PICCOLI ELETTRODOMESTICI
In questa sezione si trovano oggetti legati al tempo libero e alla costruzione della memoria. Da un lato abbiamo numerose radio e giradischi che progressivamente si diffusero nelle case già a partire dalla fine dell'Ottocento, dall'altro alcuni macchinari fotografici professionali.
Sul ripiano in alto sono esposte alcune radio della prima metà del secolo scorso, mentre più in basso si trovano esemplari più recenti che risalgono agli anni ’70 e ’80 del ‘900.
Negli anni ’30 e ’40, la radio si diffuse sia nelle case private sia nei luoghi di ritrovo, anche per l’incentivo da parte del regime fascista, che ne fece uno strumento di propaganda per le proprie politiche e iniziative.
Il momento di ascolto della radio, all’interno delle famiglie che ne possedevano una, ma anche per gruppi più allargati di persone, era spesso un’attività collettiva, sia per quanto riguarda i programmi d’informazione che quelli d’intrattenimento. La trasmissione di programmi musicali propose un tipo di svago che si affiancò ai momenti di convivialità già presenti all’interno delle comunità, spesso accompagnati dal suono di strumenti quali fisarmoniche, chitarre, organetti e percussioni che ritroviamo nella sala. Non solo le radio, ma anche tutti gli oggetti che permettevano la riproduzione di brani musicali, come grammofoni e giradischi, portarono a costruire nuovi modi di ascoltare musica e di praticare il ballo, ma anche di informarsi e informare.
L'apparecchio fotografico esposto è uno degli antesignani delle macchine fotografiche. Fu utilizzato da un fotografo di Torriglia ed è databile alla seconda metà dell'Ottocento. La struttura in legno non reca indicazioni rispetto alle sue origini, ma fu probabilmente costruita su misura da un falegname o un ebanista. L’obiettivo montato invece ci dà più informazioni: è di produzione tedesca, databile agli anni '60 dell’Ottocento. Alcune delle foto presenti nel museo sono state scattate con questo apparecchio, che utilizzava il sistema a lastre.
Questo apparecchio documenta un momento importante della vita delle comunità di quest'area, ma anche di quelle limitrofe: l'affermarsi della professionalità del fotografo spesso incaricato per ritratti e foto di famiglia. A partire dall’Ottocento, con il suo sviluppo come forma d’arte e come mezzo di documentazione e informazione, la fotografia divenne uno strumento importante per la rappresentazione di individui, gruppi famigliari, momenti di comunità, celebrazioni e cerimonie.
Le tante fotografie d'epoca qui raccolte documentano come la fotografia giocò un ruolo chiave nel costruire e tramandare le memorie, sia famigliari sia di comunità. Se i ritratti erano una pratica diffusa già prima, l'uso della fotografia rese accessibile (e destinata ad un pubblico di massa) la possibilità di costruire una memoria visiva. Come ci testimoniano le raccolte di musei ben più conosciuti del “nostro”, le fotografie permisero di portare o avere con sé ricordi visivi delle persone lontane o luoghi d’origine a chi, anche dall'entroterra ligure, emigrò verso le Americhe tra gli anni Sessanta dell’Ottocento e l'inizio del Novecento, periodo in cui ci fu il primo grande esodo dai centri dell'Appennino e della montagna, della Liguria e non solo. In questo periodo, il Regno di Italia portò a termine la costruzione delle nuove carrozzabili, che se da un lato semplificarono e velocizzarono i transiti verso i centri più grandi, dall'altro comportarono la perdita di importanza di tanti centri minori dei valici appenninici che traevano una grossa fonte di reddito dal fatto di essere stazioni di posta e di cambio dei muli lungo la miriade di mulattiere che costellavano l'Appennino.
Anche durante gli anni delle due guerre mondiali, le fotografie rappresentarono importanti contributi alla memoria personale e intima degli individui, così come quella collettiva, diventando importanti documenti storici. I ritratti fotografici, spesso costruiti e coreografati, permettevano infatti una riproduzione della realtà, anche se in parte idealizzata, che non era stata possibile attraverso la pittura. Sia attraverso le fotografie, che attraverso il crescente sviluppo della tecnologia radiofonica, la prima metà del Novecento vide cambiamenti molto rapidi anche nel modo in cui circolavano le informazioni.