INTRODUZIONE
Il Museo della Cultura Contadina di Montebruno in cui ci troviamo, raccoglie oggetti e documenti relativi a diversi mestieri e attività artigianali e contadini. Gli oggetti sono raggruppati in maniera tematica nei vani o nelle pareti e provengono dalle case e dalle famiglie di Montebruno, Torriglia e dai comuni circostanti. Ogni sezione appare come un interessante deposito pluri-stratificato in cui si possono vedere tutti assieme oggetti il cui uso si è succeduto all'incirca tra il 1850 circa e il 1980.
Nella maggior parte dei casi sono oggetti di uso quotidiano che ogni famiglia aveva in casa, ma insieme ad essi si trovano oggetti e strumenti riferibili a un lavoro professionale (piano di lavoro del fabbro, seggiola del barbiere, lastre dei fotografi), o di attività manifatturiere domestiche.
L'allestimento che oggi vediamo è il frutto di una “stratificazione” di raccolte iniziate dal Parroco di Montebruno e dai suoi collaboratori nel 1985. Da allora la raccolta si è sempre più arricchita e oggi il museo rappresenta un “punto di consegna” della memoria, il luogo in cui depositare oggetti non più in uso ma di cui si avverte ancora il valore di testimonianza di un passato a cui si tiene, anche se non trova più posto nelle case e negli usi del presente. Una sorta di “esternalizzazione” e “istituzionalizzazione” dei ricordi che non hanno più spazio nella vita reale e trovano così una nuova “casa”, partecipando alla costruzione di una memoria condivisa del passato.
Moltissimi sono gli oggetti esposti, ancora di più sono quelli non esposti. I temi della famiglia e delle professioni, quello del cambiare di funzioni e oggetti per quanto compresenti nella stessa esposizione, così come le tracce dei diversi allestimenti che il museo ha conosciuto si rincorrono negli spazi espositivi.
Lo scopo delle audioguide non è quello di descrivere tutti gli oggetti esposti nel museo, cosa che sarebbe impossibile, ma quello di aiutare a riconoscere i significati di alcuni di questi oggetti che facevano parte della vita delle famiglie e delle comunità di Montebruno, Torriglia e dei paesi circostanti e, aprire a nuovi spazi di riflessione a partire dall'osservazione di come sono cambiati gli oggetti nel corso del tempo. Osservando come sono cambiati gli aspetti materiali della vita quotidiana nell'ultimo secolo e mezzo, possiamo capire meglio come è cambiata l'organizzazione delle famiglie e della società di Montebruno e leggere, da un punto di vista locale, come è cambiato il ruolo della montagna nella società otto e novecentesca.
Attraverso gli oggetti possiamo osservare come molte “modernizzazioni” abbiano portato al venir meno di quella trasmissione di saperi empirici tra generazioni, non più necessaria per la disponibilità di oggetti finiti, e riflettere sugli effetti che questo venir meno ha avuto nella vita delle famiglie e delle comunità locali. Riusciamo anche a capire meglio anche come è cambiato il modo di rapportarsi con gli spazi esterni agli insediamenti: gli spazi che fino agli anni Sessanta coltivati, pascolati e praticati per diverse attività come il taglio della legna, la raccolta delle erbe spontanee ecc. Spazi che poi progressivamente sono stati sempre più abbandonati, anche in seguito al processo di spopolamento che ha interessato queste, e molte zone della montagna ligure e europea.
Come vedremo, in questo periodo cambia la considerazione della montagna e delle attività che vi si svolgevano, e inizia il primo forte processo di spopolamento di migrazione verso l'America e anche nei grandi centri, soprattutto costieri (ma non solo), anche per il venir meno del ruolo commerciale di molte vie di transito. Negli ultimi 40 anni dell'Ottocento, la popolazione di Propata, Rondanina e in misura minore anche quella di Montebruno inizia a calare, ma è nel secondo dopo guerra che tutti i comuni di questa porzione della Val Trebbia si spopolano vistosamente.