FALEGNAMI, FABBRI E ALTRI ARTIGIANI
Questa sezione del museo vede esposti attrezzi provenienti da ambienti domestici e altri utilizzati da artigiani specializzati, in particolare il fabbro e il falegname, ma come vedremo non solo.
Gli attrezzi per lavorare il legno qui esposti, quali ad esempio compassi, trapani a manovella, pialle in legno di grandi dimensioni, diverse seghe e seghetti, caratterizzavano il lavoro del falegname. Questo lungo banco di lavoro, così come la guida in legno per il taglio delle assi, appartennero a botteghe di falegnami di Torriglia e Montebruno.
Sul banco possiamo vedere le guide e gli incastri che servivano per dare alle tavole l'angolazione desiderata. È presente anche il contenitore per la pece, che veniva tenuta liquida a bagnomaria in acqua calda ed il cui uso era diffuso fino all'inizio del Novecento.
Come tutti i mestieri specializzati, questi si apprendevano in bottega, e non da autodidatti. I falegnami, anche agli inizi dello scorso secolo, si formavano spesso lavorando in diverse località, in zona o nelle città della costa, e solo in momenti successivi aprivano o ereditavano botteghe proprie.
Molti oggetti qui esposti in maniera seriale come piccole pialle, seghetti, scalpelli, chiodi, succhielli provengono dalle case di Montebruno, Torriglia e dei dintorni e ci testimoniano come facessero parte delle cassette degli attrezzi presenti in tutte le case. I chiodi di legno, spesso fatti a mano e autoprodotti, erano realizzati con legni molto duri, come il maggiociondolo (asburno).
La quantità di oggetti ci mostra quantO i saperi della falegnameria fossero ancora diffusi alla metà del Novecento, periodo a cui si riferiscono la maggior parte di essi. Saperi che poi non sono stati più trasmessi, perché resi superflui dalla larga disponibilità ed economicità dei prodotti finiti.
Un'attività particolarmente specializzata legata al legno è quella della produzione delle sedie. Qui esposte, in fondo alla sala, vediamo tra le altre anche numerose “chiavarine”. Sedie che nell'Ottocento contribuirono a rendere celebre, fuori dai confini regionali, la produzione sediaria della Liguria. Le chiavarine sono sedie in legno, con sedile in paglia, leggere e innovative, che ebanisti, seggiolai e falegnami di Chiavari producono dal primo Ottocento. La loro forma si ispirava allo stile Impero diffuso in Francia. In breve tempo, le “chiavarine” divennero molto amate e richieste non solo in Liguria, dati i costi più contenuti per la produzione e la linea che le redendeva adatte per contesti sia domestici, sia di rappresentanza.
Altri altri attrezzi che vediamo in questa sala sono legati a diverse professioni artigianali.
Vediamo mole per affilare, e gli strumenti tipici del “magnà”, lo stagnino che fino agli anni Cinquanta, andava per fiere e paesi con tutto l'occorrente per aggiustare le pentole: mantice portatile, martelletto di legno, per raddrizzare.
Diversi sono anche gli attrezzi del “bottaio”, colui che faceva le botti, e del fabbro, professioni che a volte si sovrapponevano. Esposti qui, e in altre sezioni del museo, possiamo vedere i martelli e le zappette con una particolare curvatura che erano utilizzate per le botti e per dare le curvature ad altri strumenti come le slitte con cui la legna o altri prodotti venivano trasportati dai boschi a centri abitati.
Vediamo anche una collezione molto ampia di utensili utilizzati nella lavorazione del ferro, sia a caldo che a freddo, ma anche i prodotti di questa lavorazione, quali per esempio serrature e chiavi.
Centrali nella professione del fabbro erano i martelli, dalle diverse forme: da quelli più appuntiti per perforare il ferro lavorato a quelli dalle forme più squadrate per spianare superfici e lame. Tenaglie, pinze, e incudini erano anch’esse fondamentali per la produzione di oggetti in ferro battuto. Nelle frazioni montane, anche nel corso del Novecento, era facile che vi fosse almeno un fabbro, che si potesse occupare di creare oggetti in ferro battuto, riparare botti o altri oggetti di dimensioni più grandi. Alcuni piccoli lavori di questo tipo potevano essere svolti all’interno delle famiglie, ma la figura del fabbro rimaneva centrale per la creazione di diversi oggetti.
Interessantissimi poi sono i macchinari per mettere le ruote dei carri in sesto e nel cerchio, scaldandole e battendole, prima di collegarle ai mozzi.